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A.s.
1994-1995. Ritorno al "Romagnosi" dove sono stata alunna e a
lungo docente di latino e greco. E mi viene da piangere. Il
liceo che ho lasciato sei anni prima alla sezione H si
attesta ora su soli tre corsi completi. Gli studenti sono
circa 300 in tutto, per lo più femmine. E' noto che non ho
niente contro le donne, ma mi piacciono le occasioni di
confronto e di scambio.
Oggi gli studenti sono 1048 ed i maschi sono molto
aumentati. Sono stati undici anni di lavoro particolarmente
intenso per me e per molti docenti. Abbiamo aperto la scuola
a molti progetti, creato spazi di flessibilità per attività
laboratoriali scelte dagli alunni, volte a valorizzare sia i
loro interessi sia la professionalità docente. In questi
spazi, amichevolmente detti POF, gli insegnanti della scuola
si confrontano con esperti esterni, espressione della
ricchezza culturale del territorio e portatori di diverse
esperienze: le metodologie di tutti si affinano e si
arricchiscono, la scuola si apre alla cultura
dell'accoglienza e il suo stile diventa riconoscibile per i
cittadini.
In questo percorso tortuoso ci hanno orientato almeno due
linee (ma forse di più), che oggi mi pare possano essere
bene espresse dalle parole di due maestri. Che cosa e come
studiamo?
"Il destino di un popolo dipende dalle
condizioni della sua grammatica. Non esiste un grande paese
senza proprietà di linguaggio" (F. Pessoa).
I linguaggi dunque e i sistemi di regole che li sorreggono.
Chi sono i maestri?
"L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i
testimoni che i maestri e se ascolta i maestri lo fa perché
sono dei testimoni" (PaoloVI).
Maestri prima di tutto e soprattutto di vita.
La Preside del liceo "G. D.
Romagnosi"
Prof.ssa Gabriella Manelli.
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